Le sentenze, le testimonianze, i codici verbali di polizia sono fondamentalmente documenti linguistici. Sia il mondo del diritto penale che quello civile sono dominati dal lingiuaggio della legge e dalla sua interpretazione e in quest’ambito sia i linguisti che i criminologi hanno apportato in quest’ultimi anni un contributo cospicuo.
Lo studio scientifico del linguaggio varia dall’identificazione all’interpretazione dei significati espressi negli scritti, all’identificazione della voce e al linguaggio legale. Lo studio prevede l’interpretazione dei significati nell’affermazioni orali e scritte come ad esempio testimonianze, registrazioni ma anche mere traduzioni. La comunicazione legale include sia sistemi semiotici non verbali, come illustrazioni o gesti, sia aspetti linguistici . Il lavoro della linguistica spesso si basa su quattro aspetti basilari: il livello grafofonico inerente alla scrittura; il livello lessicale: le parole, la grammatica e il livello di eloquio; tutti e quattro legati ai fattori sociali e funzionali che ne determinano l’impatto sul modo in cui vengono utilizzati. Da qui nasce la linguistica forense che ha come fine quello di promuovere lo studio del legame tra la linguistica e la legge. Il fraintendimento linguistico può essere causato da un costrutto sintattico povero ed espressioni verbali che possono risultare chiare ma inappropriate rispetto al contesto oppure una differenza tra la cultura di base dell interlocutore, (L1) che potrebbe essere il teste, e la lingua d’arrivo (L2). Il mediatore linguistico e culturale forense segue il processo accanto agli Avvocati , Giudici e al PM dall’inizio fino alla fine ed è proprio grazie al suo lavoro, in qualità di linguista forense, che si riesce ad ottenere un giusto processo.
Il lavoro del gruppo di studio composto da linguisti , psicoterapeuti, medici legali, sociologhi , antropologi , da legali civilisti e penalisti , da ricercatori delle sciense forensi sostiene che i metodi della linguistica , della psicolinguistica e sociolinguistica sono da definirsi scientifici contrariamente a quanto si tenderebbe a sostenere a livello generale e giuridico. Specialmente nel mondo delle professioni legali si tende a non prenderle in considerazione perché tali materie non sono cosi dogmatiche come le scienze fisiche.
L’auspicio è che la linguistica forense insieme alla mediazione forense venga maggiormente utilizzata anche in Italia in ambito peritale dove sarebbe certamente molto utile e di supporto all’attività investigativa e come ricco apporto alla cultura legale. Il mediatore linguistico e culturale forense ha il compito di accorciare le distanze tra lingue e culture ed è il protagonista del confronto tra le diversità culturali e linguistiche. Le aree d’intervento e di necessità del mediatore linguistico e culturale sono le più svariate. La presenza di questa figura è richiesta nelle istituzioni pubbliche come Ministeri, enti pubblici e Regioni tanto quanto nelle istituzioni scolastiche, educative ed assistenziali, per agevolare e mediare il confronto con le problematiche della multietnicità ed interculturalità proprie delle diverse aree del paese. La volontà è quella di rivelare quanto sia necessaria e fondamentale una figura come quella del mediatore linguistico e culturale forense, perché grazie a questa scienza possiamo parlare di integrazione, uguaglianza dei riconoscimento dei diritti di tutti senza distinzione di razza, sesso e religione.
La ricerca si articola in varie direzioni:
1)
La fase delle indagini preliminari, con particolare
attenzione alle intercettazioni telefoniche e ambientali in senso stretto
ed alle varie e complesse attività
di verbalizzazione (d'intercettazione, di sommarie informazioni, di spontanee
dichiarazioni, d'interrogatorio, d'informazione, d'udienza, ecc.), anche in rapporto
alla loro ricaduta nel Processo.
2) Processi penali (dal primo
grado fino alla Cassazione), analizzati dal Dibattimento come evento linguistico ritualizzato e codificato e di interazione
orale tipicamente asimmetrica fino alla Sentenza e ai successivi gradi di Giudizio.
3)
L'interazione giudiziaria con persone in condizioni di
svantaggio sociolinguistico e socioculturale: cittadini di estrazione sociale
e culturale bassa, immigrati, donne, minori, persone con disagi/disturbi psichici,
ecc.. Questo aspetto della ricerca intende individuare sia i problemi
interazionali di natura linguistica, sia gli eventuali stereotipi documentati
nell'interazione.
4)
La dialettologia forense: la dialettofonia all'interno
dei procedimenti penali.
5)
La conversione dell'oralità del Dibattimento nella trascrizione
degli Atti.
6)
I processi civili, anche in considerazione d'impatto sulla cittadinanza; l'oralità e le tecniche
di mediazione/conciliazione nel processo civile.
7)
La procedura di scrittura degli operatori del diritto e la
redazione dei provvedimenti. La videoscrittura
in ambito giudiziario.
8)
La comunicazione pubblica (scritta, trasmessa
e telematica) delle Istituzioni preposte all’attuazione della Giustizia
e alla prevenzione del crimine. La revisione linguistica
e la semplificazione della comunicazione pubblica e
di testi istituzionali.
9)
La lingua settoriale giudiziaria . Come in
tutti i settori della lingua italiana, l'analisi diacronica risulta fondamentale
anche per la comprensione delle dinamiche sociolinguistiche attuali. Prendere in considerazione le sovrapposizioni e le interferenze fra lingua
giudiziaria e lingua giuridica.
10)
La formazione e l'aggiornamento
linguistico dei professionisti del settore, a partire da una definozione delle competenze
linguistiche indispensabili, da introdurre omogeneamente nella formazione professionale
e nell'aggiornamento di: Operatori del diritto (Magistrati e Avvocati), Polizia
Giudiziaria, ecc.
11)
La radio- e tele-trasmissione di processi penali e
la rappresentazione massmediatica della Giustizia. La ricerca prende in considerazione ed analizza la
mediazione linguistica dei giornalisti e le caratteristiche linguistiche dei diversi
'contenitori' mediatici (orali e scritti), sia in relazione alla rappresentazione
della Giustizia in generale che alla cronaca giudiziaria.
Sono inclusi fiction, talk show e altre trasmissioni televisive, documentari,
film e produzioni cinematografiche. L'analisi è finalizzata anche a formazione
e aggiornamento degli Operatori dei media, a partire da giornalisti, conduttori,
ecc.
12)
L'aggiornamento dei docenti, in
modo che possano svolgere compiti di: a) educazione linguistica alla legalità
democratica; b) educazione all'analisi di testi non letterari, interazioni asimmetriche,
variazione del repertorio linguistico e usi speciali della lingua in 'ambito giuridico
e giudiziario. Attualmente, gli studenti non vengono quasi mai addestrati a leggere
e comprendere una legge o a conoscere l'Istituzione Giustizia nei suoi meccanismi
e contesti di attuazione, pur essendo la Giustizia una parte importante della
vita pubblica e democratica di un Paese, a cui tutti i cittadini sono chiamati
a partecipare attivamente e responsabilmente. Gli studenti sono spesso privi di strumenti per poter valutare autonomamente anche le informazioni che vengono loro
trasmesse dai mezzi di comunicazione di massa. Si tratta
di fornire strumenti linguistici indispensabili anche per la realizzazione
della dimensione di "cittadini".
13)
La Giustizia nell’arte e nella cultura: la rappresentazione della Giustizia nella
letteratura, nel cinema, nel teatro.
La ricerca intende inoltre analizzare:
Lo studio del linguaggio della legge, dei documenti legali e dei tribunali, della polizia, e degli ambienti carcerari;
La riduzione del linguaggio in base ai sistemi di disuguaglianza e svantaggio nel sistema giuridico;
La collaborazione e lo scambio di idee e informazioni tra le comunità legale e linguistica
Passare dalla ricerca alla pratica: con il miglioramento e l'etica della testimonianza di esperti con la presentazione di prove linguistiche, l' interpretariato e traduzione legali;
Migliorare l' iterazione pubblica con la collaborazione tra linguisti e operatori della giustizia.
Obiettivi ulteriori
Ulteriori scopi comprendono:
Promuovere gli interessi dei linguisti impegnati nella ricerca per lo sviluppo e la pratica della linguistica forense;
Diffondere la conoscenza dell' analisi del linguaggio e le sue applicazioni forensi, tra i professionisti della giustizia ;
Elaborare un codice di condotta in materia di deposizione in udienza, nela scrittura ufficiale ,nelle relazioni,ecc;
La ricerca intende inoltre analizzare:
Lo studio del linguaggio della legge, dei documenti legali e dei tribunali, della polizia, e degli ambienti carcerari;
La riduzione del linguaggio in base ai sistemi di disuguaglianza e svantaggio nel sistema giuridico;
La collaborazione e lo scambio di idee e informazioni tra le comunità legale e linguistica
Passare dalla ricerca alla pratica: con il miglioramento e l'etica della testimonianza di esperti con la presentazione di prove linguistiche, l' interpretariato e traduzione legali;
Migliorare l' iterazione pubblica con la collaborazione tra linguisti e operatori della giustizia.
Obiettivi ulteriori
Ulteriori scopi comprendono:
Promuovere gli interessi dei linguisti impegnati nella ricerca per lo sviluppo e la pratica della linguistica forense;
Diffondere la conoscenza dell' analisi del linguaggio e le sue applicazioni forensi, tra i professionisti della giustizia ;
Elaborare un codice di condotta in materia di deposizione in udienza, nela scrittura ufficiale ,nelle relazioni,ecc;
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